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Arte, tecnologia, sostenibilità: artisti contro il cambiamento climatico

Di Serena Budelli


L'immagine rappresenta una visione futuristica di una città sospesa sopra enormi alberi o strutture arboree, con ampie piattaforme circolari collegate da ponti. Le strutture sono organiche, curve e fluide, integrate con la natura e ricche di spazi verdi, parchi e giardini. Nell'area centrale c'è una grande piscina o specchio d'acqua circolare, circondata da edifici moderni e sinuosi. Sullo sfondo si vedono altre strutture simili che si estendono verso l'orizzonte, fondendosi con l'ambiente naturale. In basso a sinistra, un dirigibile futuristico si libra nell'aria, rafforzando il tema del viaggio e dell'esplorazione. L'intera scena sembra rappresentare una civiltà avanzata, in armonia con la natura e con tecnologie futuristiche all'avanguardia.
Opera “Ablution” di Thomas Chamberlain, dalla rivista online domusweb.it

Mentre il cambiamento climatico continua a intensificarsi, la necessità di soluzioni innovative diventa sempre più necessaria. E se l’arte, combinata con la tecnologia, fosse una delle risposte a questa crisi globale? Gli artisti di tutto il mondo stanno utilizzando la loro creatività per proporre nuove visioni del nostro rapporto con l'ambiente, stimolando riflessioni ma anche azioni concrete.

Vediamo alcuni esempi:


Natalie Jeremijenko: fra arte e ingegneria per l’ecosistema fluviale


Natalie Jeremijenko è un primo esempio di un'artista ambientale che con il suo vasto corpus di opere, ha contribuito a definire una forma di arte pubblica che promuove l'azione collettiva e produce un impatto ambientale positivo.


L'immagine raffigura una scena notturna di un ponte sospeso illuminato, che si estende sopra un corso d'acqua tranquillo. Le luci del ponte brillano intensamente, riflettendosi sulle acque sottostanti. In primo piano, nell'acqua, si vedono una serie di luci blu, disposte in una griglia o in un disegno geometrico, probabilmente parte di un'installazione artistica o di un'illuminazione decorativa sull'acqua. Sullo sfondo, oltre il ponte, si staglia una skyline di edifici illuminati, suggerendo la presenza di una grande città. L'effetto complessivo è suggestivo e cattura un momento di quiete in un ambiente urbano vivace.
Progetto “Amphibious Architecture” di Jeremijenko, dalla sito web chriswoebken.com

Un suo progetto molto interessante è Amphibious Architecture (2009), nato per affrontare sia la divisione tra gli abitanti di New York e l’ambiente fluviale circostante, sia per mostrare l’inquinamento presente nei fiumi.

L'invenzione era formata da due reti di tubi interattivi dotati di sensori subacquei, installate nell'East River e nel Bronx River, per monitorare la qualità dell'acqua. Quando i pesci nuotavano sotto i tubi, 20 boe in policarbonato ad alta tecnologia si illuminavano, fornendo informazioni in tempo reale sui livelli di ossigeno disciolto nell’acqua.


Daan Roosegaarde: nuovi design contro l’inquinamento stradale


Roosegaarde con le sue installazioni vuole migliorare la vita quotidiana negli ambienti urbani, promuovendo la creatività e contrastando il cambiamento climatico. 



Nel video viene presentato Smart Highway (2012-2015) un progetto che utilizza l'illuminazione intelligente nelle autostrade alimentata da energia pulita e completamente rinnovabile, ciò grazie alla “Glowing Lines” una vernice fotoluminescente che si carica durante il giorno e illumina la strada la notte, contribuendo a migliorare la sicurezza stradale. Altre soluzioni includono l'uso di lampioni interattivi che si accendono solo quando i veicoli si avvicinano e una corsia preferenziale ad induzione che incorpora bobine sotto l'asfalto per ricaricare le auto elettriche durante la guida.


Joaquin Fargas: piccoli robot per aiutare il pianeta


Joaquín Fargas è un artista che combina i campi dell'arte, della scienza e della tecnologia, attraverso il suo lavoro diffonde concetti e teorie scientifiche in modo giocoso e poetico, insegnandoci come comprendere e interagire con le proprietà della natura attraverso l'arte.


L'immagine mostra un paesaggio artico o antartico, caratterizzato da una distesa di neve e ghiaccio che si estende verso un ampio specchio d'acqua calmo. Sullo sfondo si vedono montagne innevate e un grande rompighiaccio o nave da ricerca ancorata nell'acqua. In primo piano, c'è un robot a sei zampe, simile a un rover, posizionato sulla neve,
Progetto “Glaciator” dal sito web joaquinfargas.com

Dato il surriscaldamento globale, i ghiacciai si stanno sciogliendo, ed è qui che interviene Glaciator (2017) un piccolo robot con il compito di migliorare la consapevolezza sul cambiamento climatico e sullo scioglimento dei ghiacciai. Glaciator funziona a energia solare, procede sul ghiaccio dell’Antartide, compatta e ricristalizza la neve per poi trasformarla in ghiaccio in modo tale che aderisca alla restante massa ghiacciata.


L'immagine ritrae un vasto paesaggio desertico, caratterizzato da terreno secco e screpolato, esteso sotto un cielo sereno e azzurro. Al centro della scena c'è un robot, simile a un insetto, con pannelli solari montati su ciascuna delle sue sezioni mobili. La struttura del robot sembra progettata per sfruttare l'energia solare e adattarsi alle condizioni estreme del deserto. L'interazione tra il design tecnologico e l'ambiente arido crea un forte contrasto visivo, suggerendo un contesto di esplorazione scientifica o sostenibilità ambientale.
Progetto “Rabdomante” dal sito web joaquinfargas.com

Rabdomante (2019), creato sulla stessa linea d’onda, è un robot che estrae l'acqua dall'umidità presente nell’aria, nel deserto di Atacama in Cile. Attraverso le sue celle fotovoltaiche Rabdomante immagazzina l'energia solare in batterie per alimentare una cella Peltier. Sul lato freddo la cella condensa l'acqua presente nell'aria, che viene raccolta in un contenitore.




Solarpunk: un’ispirazione al cambiamento 


Ci sono voluti alcuni anni prima che la politica mondiale si preoccupasse per il cambiamento climatico, nonostante ciò il problema aveva già trovato espressione nella letteratura speculativa e fantascientifica, come nel genere del Solarpunk. Nel Solarpunk le opere mostrano un futuro utopico, sostenibile e positivo, alimentato da energie rinnovabili e tecnologie eco-friendly e queste immagini possono ispirare sia persone comuni, sia professionisti capaci di promuovere questo cambiamento. L'arte infatti non è mai stata soltanto un'espressione fine a sé stessa, ma contiene istanze capaci di influenzarci.


 L'immagine mostra una veduta aerea di un complesso architettonico futuristico immerso nella natura, con edifici dalle forme sinuose e organiche. Le strutture circolari sono collegate da passerelle curve che creano un disegno fluido e continuo. Ogni edificio è ricoperto da vegetazione e terrazze verdi, integrando l'architettura con l'ambiente naturale circostante. Le cupole di vetro che coprono alcune aree circolari ricordano reti di ragnatela o strutture organiche, conferendo un aspetto biotecnologico. Intorno al complesso, si estendono alberi e una fitta vegetazione, creando un equilibrio armonico tra il costruito e la natura.
Opera “Hyperions” di V. Callebaut dal sito domusweb.it

Artisti come Jeremijenko, Roosegaarde, Fargas assumono un ruolo sempre più importante per affrontare le sfide odierne, riconoscono come l’arte possa essere uno strumento potente che quando affiancato dalla tecnologia, può portare alla creazione di opere che hanno un impatto sul mondo circostante. 

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