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RIGENER-ARTE: cinque esempi di rigenerazione urbana in Sicilia

Di Anna Mazza

La rigenerazione urbana attraverso l’arte è una pratica di riqualificazione del territorio che sta sempre più prendendo piede. L’arte dona una nuova vita alla città, veste il triste grigio del cemento di colori brillanti e dà la possibilità a quartieri ed aree, che un tempo venivano associati al degrado, di risplendere di una nuova vita. In Sicilia la pratica è ampiamente diffusa e una terra ricca di storia, sapori, odori e tradizioni, grazie a questa tecnica di recupero, si sta trasformando in una fucina di idee improntate all’arte contemporanea.

Farm Cultural Park Il comune di Favara, in provincia di Agrigento, era una zona fortemente degradata e tristemente nota per mafia e abusivismo edilizio. Il tessuto urbano del paese presentava delle profonde ferite delineate dai quartieri fatiscenti e dalle palazzine inagibili e diroccate. Tutto questo prima di diventare il luogo di un importante progetto culturale che l’ha rinnovato totalmente, gli ha dato una seconda possibilità e, soprattutto, uno scopo nobile. Il progetto è del notaio Andrea Bartoli e di sua moglie Florinda Saieva e si tratta della realizzazione di un parco culturale all’interno del Cortile Bentivegna, uno dei quartieri abbandonati e dismessi del centro storico. L’aggregato di sette cortili, totalmente messi a nuovo, investiti da una nuova vita e del potere della cultura diventano quindi il Farm Cultural Park. Il parco ospita mostre temporanee e numerosissime istallazioni di street-art; organizza eventi musicali ed editoriali invitando importanti ospiti e ogni anno dispone un bando che mette in palio una residenza per artisti. Ma non finisce qui! Farm dedica un importante progetto ai più piccoli creando Sou: la prima scuola di architettura per bambini in Sicilia. Il progetto prende il nome dall’architetto giapponese Sou Fujimoto, la cui filosofia di lavoro è improntata all’armonia tra l’ambiente, lo spazio e l’uomo e ha lo scopo di insegnare ai bimbi a conoscere gli spazi urbani nei quali vivono e a riappropriarsi della loro città. La rassegna prevede degli incontri con importanti architetti internazionali e la riprogettazione di aree di Favara dismesse e in disuso. Farm Cultural Park ha profondamente rigenerato Favara e dato una spinta alla nascita di piccole attività e imprese nel centro che fino a qualche anno fa non avevano speranza di rendita; l’ha, inoltre, finalmente resa visibile agli occhi dei turisti, che oggi, dopo aver visitato La Valle dei Templi di Agrigento e aver fatto un bagno alla splendida Scala dei Turchi, fanno sempre un salto al parco culturale, rendendo Favara una tappa fissa dell’itinerario del loro viaggio. www.farmculturalpark.com 


Farm Cultural Park, Favara.

Farm Cultural Park, Favara. Fonte https://www.architectureofshame.org/Actions/Details/3


Fondazione Orestiadi Anche le tragedie, loro malgrado, possono dare luogo alla rinascita di un territorio. Come una fenice, dopo il disastroso sisma del 1968 che colpì la Valle del Belice e danneggiò 14 paesi, Gibellina rinasce dalle sue ceneri a 11 chilometri dalla città antica. La vecchia Gibellina riposa, la sua memoria storica è sigillata da una monumentale installazione che racchiude in blocchi di cemento le macerie delle abitazioni distrutte: il suggestivo e famosissimo Grande Cretto di Alberto Burri; la nuova nasce, e al suo primo respiro viene battezzata anch’essa dalla sacralità rigenerante dell’arte. L’ex sindaco di Gibellina nuova, Ludovico Corrao, decide di convocare importanti artisti del panorama contemporaneo per vestire di colori e nuove speranze la neonata cittadina. È sulla spinta di questa iniziativa che nasce la Fondazione Orestiadi, con la sede nel complesso del Baglio Di Stefano, un granaio di importante interesse storico e architettonico, che, oggi, ospita la testimonianza della permanenza di numerosi artisti che hanno voluto dare il loro contributo nell’arricchimento del nuovo centro abitato ed è, inoltre, sede di numerose iniziative culturali che danno nuovi stimoli e speranze ai cittadini. All’esterno del Granaio, una costellazione di opere adorna Gibellina Nuova, firmata da nomi importanti della storia dell’arte: Fausto Melotti, Pietro Consagra, Mimmo Paladino, Carla Accardi, Arnaldo Pomodoro, Mimmo Rotella e moltissimi altri per un totale di circa sessanta opere d’arte, disseminate nel tessuto urbano, che fanno della nuova Gibellina un museo a cielo aperto. www.fondazioneorestiadi.it


Fondazione Orestiadi, Gibellina

Fondazione Orestiadi, Gibellina. Fonte https://meridionews.it/articolo/66080/orestiadi-unedizione-in-ricordo-del-terremoto-del-68-scuderi-a-gibellina-parleremo-di-contemporaneita/


Red Line Distreet Il quartiere di San Berillo, era, un tempo, un quartiere importante di Catania dove risiedevano le botteghe degli artigiani della città. A seguito dello spostamento del centro e allo sventramento finalizzato a un risanamento urbanistico, avvenuto negli anni Cinquanta e mai portato a termine, San Berillo, ormai divenuto periferico, è considerato uno dei quartieri più degradati della città siciliana. All’interno delle vie fantasma che lo compongono, semi-abbandonate e disastrate, si insediano, oggi, la prostituzione e la mala vita. Molte delle porte delle malconce abitazioni sono state coperte da una colata di cemento, subito dopo una barbara “caccia alle streghe” avvenuta negli anni 2000, con lo scopo di eliminare la prostituzione dal quartiere, sfrattando le sfortunate inquiline e murando le porte delle loro abitazioni per sfavorirne il ritorno. Con Red Line Distreet, un progetto non ufficiale, spontaneo e autofinanziato del collettivo catanese Res Publica Temporanea, nel 2015, San Berillo, attraverso un’operazione di riqualifica all’insegna della street-art, viene riportato all’attenzione dei catanesi che lo hanno voluto dimenticare. La maggior parte degli interventi sono stati realizzati sul cemento di quelle case murate, simbolicamente, e in alcuni casi i soggetti sono stati suggeriti dagli abitanti stessi del quartiere, infatti, la tematica della prostituzione echeggia all’interno di diversi murales. Oggi, purtroppo, di questi ultimi ne rimangono veramente pochi completamente intatti, ma grazie alla riqualificazione e al coraggio di chi ha davvero creduto in una rinascita di San Berillo, alcune zone del quartiere sono abitualmente frequentate dai giovani. Ne è un esempio Piazza Sapienza che si veste di fiori, piante, lucine e murales e che viene riempita la sera grazie ad un locale diventato ormai tappa fissa per ragazzi e famiglie: il First, il primo, appunto, ad aver dato il via alla movida nel quartiere.


Red Line Distreet, San Berillo, Catania

Red Line Distreet, San Berillo, Catania. Fonte http://urbanlives.it/blog/eventi/red-line-distreet-progetto-sociale-e-artistico-a-san-berillo-catania/


Fiumara d’Arte Fiumara d’Arte è un percorso culturale che può essere considerato a tutti gli effetti un museo en plein air. Si estende per ventuno chilometri lungo la vecchia Fiumara, il precedente letto del fiume Tusa, toccando più luoghi della Sicilia dove un tempo primeggiava l’abusivismo edilizio. Il museo a cielo aperto nasce dall’iniziativa di Antonio Presti, un imprenditore siciliano proprietario di una fabbrica di cemento, e non ha avuto vita facile per motivi burocratici. La fondazione di Fiumara d’Arte avviene nel 1982 con l’opera monumentale di Pietro Consagra La materia poteva non esserci, fatta realizzare da Presti alla morte del padre, per commemorarne il ricordo e, allo stesso tempo, donarla alla comunità. In seguito, si evolve e amplia fino a contare la bellezza di 12 opere di considerevoli fattezze, in un percorso che è una continua caccia al tesoro con mappa alla mano e un vero e proprio Cammino di Santiago per l’appassionato d’arte. Una delle opere, la Stanza di Barca d’oro, dell’artista recentemente scomparso Hidetoshi Nagasawa, è stata sigillata e, per sua volontà, nessuno può entrarvi per cento anni. Il progetto, realizzato per amore dell’arte, ha dato una spinta al turismo culturale delle zone limitrofe e ha donato, attraverso la cultura, nuova vita e visibilità a dei luoghi poco conosciuti della splendida isola. Il parco, che ha rischiato di essere smantellato in passato, è stato largamente difeso da personalità come Bruno Zevi, Giuseppe Calderini, Francesco Rutelli e Massimo Teodori che hanno firmato un’interrogazione parlamentare al Ministero per i beni culturali, definendolo un sito di interesse artistico eccezionale di livello internazionale. Oggi, nonostante le difficoltà, Fiumara d’arte è ancora lì e ad ogni curva del percorso il turista può godere del connubio delle bellezze della natura e dell’arte. www.ateliersulmare.com


Fiumara d'Arte, La finestra sul Mare, Castel di Tusa

Fiumara d’Arte, La finestra sul Mare, Castel di Tusa. Fonte https://www.wishsicily.com/it/fiumara-d-arte/24


Periferica Periferica è un progetto che nasce per mano di due giovanissimi, Carlo Roccafiorita e Paola Galuffo, che hanno voluto ridefinire il ruolo dell’architettura urbana di Mazzara del Vallo, in provincia di Trapani. Come lo hanno fatto? Partendo da una vecchia cava di tufo e da una struttura adiacente a quest’ultima, che fungeva da asilo negli anni ’80. Periferica è un progetto di riqualificazione della città che vuole dare una nuova possibilità ai vuoti urbani, rimettere al centro qualcosa che oggi è una realtà marginale di Mazzara ma che un tempo era una parte fondamentale del tessuto cittadino: le cave di tufo. Le cave a Mazzara del Vallo, infatti, coprono circa 100mila mq del tessuto urbano e, pur non trovandosi in centro, rappresentano parte del patrimonio storico-artistico della città, in quanto alcune risalgono addirittura alla fondazione di questa. Il progetto, inizialmente temporaneo e completamente autofinanziato, nasce nel 2013 e dopo qualche anno vince il bando Boom Polmoni Urbani che promuove la rigenerazione urbana in Sicilia. Grazie ai finanziamenti ricevuti e alla continua voglia di fare del team, oggi la sede di Periferica possiede: una residenza con 9 posti letto, un’area food, una foresteria, un coworking e dispone workshop e laboratori per i giovani. Ogni anno, inoltre, organizza un festival estivo con l’intento di unire professionisti e cittadini e che coinvolge scuole, case-famiglia, comunità di quartiere e imprese per la realizzazione di progetti di architettura e design destinati alla città. Periferica dà, inoltre, vita al progetto Evocava, vincitore del bando Culturability, che vuole sfociare in un vero e proprio Museo che tuteli e valorizzi il patrimonio storico e naturalistico delle cave di Mazzara. Quest’ultima, infatti, non possiede un parco o delle aree urbane verdi, eppure moltissime cave di considerevole grandezza sono veri e propri giardini che andrebbero curati ed esaltati. Molte di queste cave, negli scorsi anni, sono state coperte per realizzare palazzi o, addirittura, utilizzate come discariche. Con Evocava si vuole riattivarle e renderle funzionali per la città. Ad oggi, altri tre proprietari di cave sono stati coinvolti e prenderanno parte al progetto che prevedrà degli itinerari turistici all’apertura del museo a maggio del 2019.  www.perifericaproject.org


Periferica, Mazzara del Vallo

Periferica, Mazzara del Vallo. Fonte http://ilgorgo.com/alberonero-mazara-del-vallo/


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