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Fuorisalone Milano 2019

Il Fuorisalone di Milano è un’occasione per scoprire musei e palazzi storici sotto una luce diversa. Francesca Vezzoli ci racconta alcune delle installazioni più suggestive dell’edizione 2019.  

Il weekend scorso ho preso un treno per Milano da Ravenna, dove ormai vivo da qualche anno, per visitare il Fuorisalone. Nonostante i luoghi affollatissimi (ahimè ho scelto il weekend per andarci) sono comunque riuscita a vedere alcune installazioni davvero interessanti.

Breeze of air by Nendo

Tenoha

Per chi, come me, ha deciso di visitare questa installazione di venerdì pomeriggio avrà dovuto affrontare quasi due ore di fila: ma ne è valsa sicuramente la pena. Passando per un corridoio buio si accede all’area dell’installazione completamente bianca, con una luce soffusa e rilassante. Una bellissima atmosfera, dove potersi abbandonare alle proprie percezioni, sapientemente pensata dallo Studio di Design Nendo, guidato da Oki Sato.

L’installazione, ispirata all’Aria, ha lo scopo di renderla presente, quasi palpabile in quello che è un vero e proprio percorso sensoriale. Questo magnifico effetto è dato da 115 faretti che riflettono la luce su 17.000 pellicole polarizzate a forma di fiore. Con un pizzico d’immaginazione può quasi sembrare un prato fiorito, attraversato da una leggera brezza, nel cuore di Milano.


Breeze of air by Nendo


Dimore Gallery

Via Solferino, 11

In questa bellissima palazzina, tra le varie esposizioni troviamo anche Dimore Gallery interamente dedicata alle “Visioni” di Gabriella Crespi. Tra la sabbia del deserto, la moquette fucsia e un sapiente gioco di specchi e illuminazione ritroviamo alcune ristampe dei pezzi ideati da Gabriella Crespi negli anni 70 come Cubo Tondo, Eclipe o Scultura. La lampade a fungo rimangono però l’oggetto più bello e d’impatto dell’esposizione.


Processed with VSCO with a6 preset

Fungo Lamp by Gabriella Crespi


Hermes

La Pelota

Le sensazioni tattili e visive fanno da protagonisti in questa bellissima esposizione, negli spazi della Pelota. Hermes ci invita a passeggiare per un bellissimo labirinto di pietre grezze che nascondo, quasi a proteggere, gli oggetti della nuova collezione. I colori accesi e le forme geometriche scelte risaltano grazie ai materiali selezionati con cura, dalla porcellana al cuoio. Vasi, tessuti, cesti e lampade prendono forma in questo sfondo dai colori cinerei della materia grezza che ci circonda.


Vasi Paddock by Hermes

Vasi Paddock by Hermes


Black Cloud, Carlos Amorales

Fondazione Pini

Dopo una coda (quasi) interminabile siamo riusciti ad accedere a questo bellissimo palazzo di fine ottocento in zona Brera, di cui, ad essere sincera, non conoscevo nemmeno l’esistenza prima di oggi. Gli spazi, che furono studio e dimora anche di Renzo Bongiovanni Radice, zio di Adolfo Pini, prendono vita grazie ad un bellissimo sciame nero che parte dallo scalone d’ingresso. Sono 17.000 mila le farfalle posizionate su oggetti pareti, finestre e suppellettili, rendendo gli spazi della Fondazione ancora più belli. Vale la pena visionare anche il video, presente nella sala iniziale, dai toni drammatici enfatizzati dalla colonna sonora prodotta da una serie di ocarine, anch’esse in esposizione.


Fondazione Pini - Black Cloud

Fondazione Pini – Black Cloud



Fondazione Pini - Black Cloud

Fondazione Pini – Black Cloud


Conifera

Palazzo Isimbardi

Sempre in un’altro palazzo storico, questa volta risalente al sedicesimo secolo, troviamo l’installazione di Arthur Mamou-Mani per COS. La struttura è composta da mattoncini in bio-plastica, che riprendono le forme geometriche della pavimentazione, prodotti con una stampante in 3D. Tre sono i colori scelti: il bianco, costituito da bio-plastica pura, e due tonalità di marrone a cui è stata aggiunta una polpa di legno di abete. Una perfetta fusione tra passato e futuro, un bellissimo esempio di come la tecnologia possa integrarsi alla perfezione con eleganza dei palazzi rinascimentali.


Conifera

Conifera – Giardino



Conifera

Conifera – Cortile interno


Formation

Circolo Filologico Milanese

Ho lasciato per ultima l’installazione che forse mi è piaciuta più di tutte: Formation by Tarkett e Note Design. La parole chiave è pattern. Le varie forme geometriche, presenti nelle varie sale, sono state ricoperte da una superficie in vinile iQ, composta in parte da materiali riciclati. Lo scopo è quello di dimostrare la versatilità del prodotto, perfetto si per la pavimentazione ma anche per ricoprire diversi oggetti. Le sale, le cui pareti sono scaffali ricolmi di libri antichi, fanno da sfondo a questa bellissima installazione. Il contrasto tra i toni del marrone delle librerie e i color pastello delle forme geometriche la rendono, a mio avviso, l’esposizione più bella.


Formation

Formation by Tarkett & Note Design



Formation

Formation by Tarkett & Note Design



Formation

Formation by Tarkett & Note Design



Formation

Formation by Tarkett & Note Design


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