Una ricerca su Google non è più il solo modo per cercare informazioni su un museo, il solo sito non basta più. Esso non crea quel flusso di aggiornamenti quotidiano a cui siamo abituati ad attingere, a seconda delle nostre passioni, sui social. Su uno solo di questi canali, come Facebook ad esempio, troviamo ogni giorno le news più recenti degli utenti, delle loro pagine e delle attività che ci interessano di più, senza dover visitare ognuno dei loro blog, o siti. Spesso infatti in un sito nella sezione News troviamo comunicazioni su eventi imminenti, ma a volte solo delle notizie quasi “di servizio”, in una pagina statica a cui non siamo più abituati. Questo avviene poiché è proprio sui Social che vengono dirottati gli aggiornamenti più importanti, in un comodo post in cui gli utenti possono commentare e richiedere altre informazioni.
Vediamo la presenza sui Social dei musei milanesi analizzati (gli stessi che sono stati oggetto delle nostre recenti ricerche in questo articolo):
Twitter, pur’essendo un social un po’ più di “nicchia”, risulta quello più utilizzato, probabilmente anche perché è quello più immediato e semplice. Non vi sono layout grafici importanti da rispettare, è più funzionale alla comunicazione grazie agli #hashtag (molto meno usati sulla seconda piattaforma).
Facebook rimane un importante punto di attrazione per gli utenti, e a differenza di Twitter, richiede molta più abilità comunicativa. Infatti è utilizzato molto più per la promozione, ritenuta in questo social erroneamente a costo zero. Difatti gli esempi più vincenti di profili o pagine pubbliche sono il risultato del lavoro di un professionista della comunicazione (a volte di aziende terze) a libro paga dell’attività.
Altri canali come YouTube e Instagram sono meno utilizzati ad oggi dai musei. Il primo è spesso usato semplicemente come database di video da linkare nel proprio sito. Poche sono le interazioni nei canali di riferimento infatti, e le visualizzazioni (a parte rari casi fortuiti) sono basse.
YouTube, e la sua funzione di TV alternativa con contenuti inediti e specializzati, è indubbiamente ignorato viste le dispendiose risorse che tali contenuti richiedono per essere creati e pubblicizzati, risorse che spesso mancano ai musei. Instagram è il fanalino di coda tra i social utilizzati dai musei, ma questo probabilmente solo poiché è da poco che hanno riconosciuto in esso un importante strumento di comunicazione.
Alcuni profili sono molto giovani, e siamo sicuri aumenteranno rapidamente, vista la semplicità di utilizzo di questo social network. Grazie anche ad i suoi strumenti online per modificare le foto, risulta molto semplice creare contenuti accattivanti e interessanti.
TRIP ADVISOR Questo servizio è entrato ormai nell’uso comune di milioni di persone che utilizzano le recensioni degli utenti per determinare la qualità di un servizio prima di usufruirne ed evitare così brutte sorprese. Questo si lega profondamente con la reputazione digitale di un’attività ed è importante che qualunque esercente non lo sottovaluti.
Conoscendo l’uso di questa app, sappiamo che il limite sensibile di garanzia del servizio è di quattro stelle su cinque. Il “Certificato di Eccellenza” di Trip Advisor, nel caso di musei, dovrebbe essere un must a nostro parere. Per quanto riconosciamo non sia poi così difficile ottenerlo e non sempre è sinonimo di garanzia del prodotto, rimane comunque un elemento di forte impatto mediatico nella comunicazione e dovrebbe essere considerato un obiettivo da raggiungere. Solo 3 musei su 19 non raggiungono ancora il punteggio minimo accettabile di quattro stelle. Crediamo comunque che il trend sia in crescita e questi dati siano molto sensibili a veloci aggiornamenti in senso positivo.
Comments