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Il rapporto tra il social cinese WeChat e i musei

Updated: Mar 15, 2021

Di Martina Annoni.


Nonostante la crisi del Covid ci stia focalizzando su contesti molto locali, è giusto prepararsi per il post-pandemia, quando ci sarà una ripresa del turismo culturale su scala globale. Uno strumento molto utile potrebbe essere il social network cinese WeChat.


I cinesi utilizzano per comunicare tra di loro quotidianamente WeChat. L’app nasce otto anni fa grazie al gigante tecnologico Tencent che nel corso degli anni è riuscito a congiungere le funzioni dei social media tradizionali all’interno di un’unica applicazione, rendendola popolare in Cina, con più di un miliardo di utenti oggi.


Sebbene si rivolga prevalentemente alla società cinese, nel 2015 è stata lanciata una versione in inglese dell’applicazione che risulta essere in constante aumento in termini di utenti mensili e se utilizzata correttamente e strategicamente, andrebbe a favorire i nostri musei e le nostre organizzazioni culturali. Infatti, secondo Daxue Consulting, in Cina, il numero di visitatori presso i musei cinesi sta aumentando molto rapidamente, con un tasso di crescita medio di circa il 55% dal 2006 al 2015.


Il progresso della tecnologia ha inoltre modificato il modo in cui i visitatori dei musei acquistano i biglietti. Sono state proprio le app di social media più diffuse, quali Wechat e Weibo, tra i maggiori driver di vendita di biglietti per musei in Cina; non solo, l’app in aggiunta offre diversi metodi ai musei per auto-promuoversi al fine di incentivare e favorire la partecipazione ad eventi e mostre.


Ad oggi diversi musei come il Museum of Modern Art di New York, il San Francisco Museum of Modern Art, la National Gallery of Victoria a Melbourne, il Rijksmuseum di Amsterdam, il Louvre, la Fondazione Louis Vuitton dispongono di un account WeChat con il quale promuovono campagne differenti al fine di incentivare il pubblico orientale, riscontrando un grande successo. I musei citati utilizzano WeChat creando strumenti coinvolgenti come audio-guide disponibili in versione file audio da scaricare o QR code da scannerizzare di fianco all’opera o all’istallazione e che ne permettono l’ascolto della spiegazione.


In Cina alcune realtà artistiche e culturali, soprattutto i musei più prestigiosi, offrono la possibilità di avere visualizzazioni panoramiche online tramite il social, rendendo fruibile ai visitatori e non, l’intero museo a 360 gradi. Nell’ultimo periodo, molti musei hanno, poi, abbracciato le live-streaming (dirette), che offrono una grande opportunità educativa sia per i turisti che per gli studenti interessati: un ottimo strumento per attrarre visitatori e streamer. Il forte utilizzo dei social media all’interno dei musei cinesi li ha portati a prestare molta attenzione e cura alla promozione online di mostre ed eventi, infatti secondo un rapporto pubblicato da Tencent, più del 60% degli utenti di WeChat ha utilizzato “Moments” per filmare le proprie esperienze culturali nel 2016. Ecco perché in Cina si parla di“Museum Tide”: periodo che che sta vivendo il popolo cinese grazie al forte interesse per la cultura di altri popoli. Secondo un rapporto pubblicato nel 2017 da China Tourism Academy e Ctrip, principale fornitore di servizi di viaggio in Cina, oltre la metà dei turisti cinesi che si spingono continuamente all’estero proviene dalla classe media e registrano una spesa media superiore del 16% rispetto a quella locale.


Infine, da un punto di vista museale è interessante notare come WeChat sia stata una delle prime app ad entrare a far parte delle collezioni di un museo. Il Victoria & Albert Museum di Londra infatti ha inserito l’app nella propria collezione permanente, a conferma dell’attenzione che suscita nel mondo museale più attento allo sviluppo digitale.


In Italia, il comune di Milano ha scelto un profilo già esistente sulla piattaforma di WeChat chiamato “Vento d’Italia”, creato dalla start-up Italian Lifestyle, che si propone esplicitamente di creare contenuti in lingua cinese per accogliere in Italia i turisti dalla Cina. Quest’ultima risulta un’ottima strategia per pubblicizzare e far conoscere la città al popolo orientale, a cui oggi il mondo del turismo punta per crescere e svilupparsi. L’obiettivo che si vuole perseguire, tramite l’utilizzo di questo nuovo dispositivo, è quello di rafforzare la competitività delle imprese del settore turistico e migliorarne il posizionamento, in quanto, secondo alcuni studi, entro il 2030 i cinesi rappresenteranno quasi un quarto del turismo globale.


Per saperne di più puoi consultare la tesi triennale di Martina Annoni su Wechat e musei



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