Di Giuliano Gaia
Da diversi anni ho una fissazione personale: verificare come i musei progettano i propri bagni. Sono infatti convinto che i bagni dei musei siano una grande occasione perduta: insieme col Bookshop e il Caffè, fanno parte di quei servizi accessori alla visita che in verità sono essenziali per completare l’esperienza del visitatore. Eppure i musei non sembrano rendersi conto delle loro potenzialità; in Italia, poi, è già un ottimo risultato trovarli puliti.
Di seguito riporto alcuni piccoli esempi di come alcuni musei in Italia e all’estero hanno cominciato a muovere qualche passo nella direzione di una “valorizzazione” di questi luoghi ingiustamente trascurati. Disclaimer: per motivi immaginabili, le mie immagini riguardano solo i bagni maschili. Se avete esperienze interessanti riguardanti “l’altra metà”, siete pregate di postarle nei commenti, ve ne saremo grati!
Questioni di stile
Per la maggior parte dei musei, la riflessione sui bagni si limita alla progettazione degli stessi in uno stile architettonico compatibile con quello generale del Museo.
Prendiamo ad esempio la nuovissima Fondazione Prada di Milano, dall’architettura al tempo stesso severa e neoclassica:
I suoi bagni sono ovviamente in linea con lo stile minimal/chic: griglie industriali, scintillare di acciaio e file di neon.
Anche la ritirata ha un aspetto cyber e abbastanza inquietante:
Varcando il confine, la severità non si attenua. Il nuovissimo Museo di Arte Contemporanea di Lugano (Lugano Arte e Cultura) è spigoloso e aggressivo nei volumi esterni tanto quanto è bianco e luminoso negli spazi interni.
I suoi bagni offrono una linea di manufatti duchampiani allineati e granitici come in un film di Kubrik, col biancore tipico del White Cube.
Proprio di fronte al Museo, invece, un bagno pubblico ultratecnologico esplora direzioni diverse, ma ugualmente inquietanti, come l’unione di lavandino e tazza,
e apposito buco per depositare le siringhe dopo l’uso.
Lontano da queste durezze contemporanee, le Gallerie d’Italia di Milano offrono un museo dalle atmosfere eleganti stile Belle Epoque,
e i bagni non sono da meno, con inserti originali in legno che non sfigurerebbero nel Grande Gatsby.
Il segreto è nei dettagli
A volte lo stile viene rispettato in piccoli dettagli, quasi impercettibili a occhio nudo.
Il Mudec di Milano, ad esempio, fedele alla propria vocazione multiculturale, ha re-interpretato in chiave “etnica” l’eterno simbolino del WC:
Il Museo dell’Automobile di Torino, invece, utilizza grosse viti per i rubinetti, richiamando sottilmente il patrimonio industriale torinese.
Infine, il Museum of London non si fa scappare (è il caso di dirlo) nessuna occasione per promuovere le proprie mostre.
Creatività spinta
Ma è fuori dai musei che dobbiamo rivolgerci se vogliamo avere esempi più spinti di creatività applicata al tema.
I due artisti Elena Cavallo e Silvestro Reimondo hanno una personalissima visione del “successo” nel loro studio del centro storico di Genova.
Mentre al National Theatre di Londra è stata creata per lo spettacolo Wonder.Land un’originale postazione di Realtà Virtuale. La domanda quindi diventa: il futuro potrebbe essere questo?
Update maggio 2016
Grazie a Daniele Meregalli per averci inviato una bella foto dei coloratissimi bagni della British Library di Londra!
E grazie anche a Lavinia Galli che ci segnala i bagni curatissimi del Neues Museum di Berlino, recentemente ristrutturato da David Chipperfield.
Cinzia Lacchia del Museo Borgogna di Vercelli ci manda immagini degli splendidi bagni affrescati del suo museo. Visitarlo è un’esperienza artistica a tempo pieno!
Update luglio 2016
La Royal Institution è un centro per convegni scientifici e sede del Faraday Museum con l’esatta ricostruzione del laboratorio del grande scienziato inglese. L’istituzione ha uno stile che corrisponde alla solennità del suo nome ed è il trionfo del classicismo britannico. Il bagno conferma questa austera impostazione e non manca di far sentire l’occhio vigile dei grandi scienziati del passato anche durante i propri momenti più intimi, come si può vedere nella foto.
Update settembre 2016
Una bella fotografia di Maria Chiara Scuderi presa nei bagni del MACRO di Roma, con effetti visivi tra Kubrick ed Escher.
Update febbraio 2017
Abbiamo visitato il nuovissimo Design Museum di Londra (aperto a novembre 2016)
E ovviamente siamo andati a documentare il bagno – dal gusto decisamente minimal, come testimoniato dai wc, anche loro di design.
Anche se neppure un museo nuovo di zecca sfugge alla “maledizione del dispenser di sapone“: per quanto l’architetto preveda dispenser elettronici, alla fine si finisce sempre con l’usare il buon vecchio dispenser di sapone, alla faccia del bagno digitale.
Update aprile 2017
La nostra fan e appassionata di musei Maria Chiara Scuderi ci segnala addirittura un’opera d’arte dentro a un bagno museale: siamo nei bagni femminili del Victoria and Albert Museum di Londra e l’opera è Six Circles in Disorder dell’artista svizzero Felice Varini.
Tornando in Italia, vi segnaliamo anche i bagni molto d’impatto della Triennale di Milano, che sfruttano abilmente un’illuminazione scenografica.
Update giugno 2017
Grazie a Marika Molteni per segnalarci una chicca lirica… la porta dei bagni del Museo Teatrale della Scala di Milano con figurine decisamente in tema!
Update febbraio 2018
Un ottimo esempio di toilette didattiche alle Catacombe di San Paolo a Rabat (Malta), in modo da poter confrontare il proprio modo di usare questi spazi con gli antichi Romani!
Update aprile 2018
Splendido lo bagno in tema navale/subacqueo del Museo Marittimo di Tallinn (Estonia) – foto Sara Bragonzi.
update maggio 2018
L’auditorium Lavazza di Torino segnala i propri bagni strizzando l’occhio alla propria storia pubblicitaria (foto Alessia Sacchetti)
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