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Google Glass per non udenti: il futuro al Museo Egizio di Torino

Non c’è che dire. L’icona per eccellenza del “futuro promesso” nei film di fantascienza è senza alcun dubbio rappresentato dai Google Glass. In molti attendono di sfoggiarli, e in tanti li acquisteranno (probabilmente il primo giorno di commercializzazione dopo un’interminabile fila) e solo dopo aver avuto l’ora e il meteo davanti agli occhi per un’ora buona, scattato una decina di foto alle proprie mani e fatto un video mentre vanno in bici al lavoro, si chiederanno “ma a cosa mi servono?”.

E’ un progetto tutto italiano quello che aspira a declinare uno dei molteplici usi che queste lenti Hi-Tech offriranno: accessibilità per i non udenti all’esperienza museale del nostro territorio.

Un’applicazione userà la nuovissima tecnologia di Google per tradurre istantaneamente in lingua dei segni tutte le didascalie redatte in lingua italiana presso il Museo Egizio di Torino. Il futuro è passato, perché il progetto è in fase di sperimentazione già dal 2013 ed ha già avuto il plauso dell’Ente Nazionale Sordi.

La Rokivo, società specializzata in user experience, tramite il suo amministratore delegato Fabrizio Caso, è riuscita ad entrare nel team di sviluppatori del programa Google Glass Explorer e a sviluppare l’idea sfruttando la piattaforma open source di traduzione automatica in LIS (lingua dei segni) Atlas, progettata dal Politecnico di Torino.

Come mostra il video, all’avvicinarsi dell’utente ad un’opera, un traduttore registrato apparirà sulla lente e ne comunicherà istantaneamente in LIS tutte le informazioni e le didascalie relative. Obbiettivo principale di questo strumento è quindi l’abbattimento delle barriere di comunicazione e di rendere la visita museale realmente accessibile. Il tasto dolente dei sistemi più avanzati è spesso l’aggiornamento. Cosa succederà quando il museo avrà necessità di modificare la disposizione delle opere, o modificare le didascalie?

L’avvento delle nuove tecnologie come spesso è accaduto in passato creano tanto fascino quanto diffidenza. Le potenzialità dimostrate dal progetto della Rokivo sono però innegabili e la scommessa è sull’uso a servizio della semplificazione delle informazioni e della loro fruizione. Checché ne dicano gli amanti dei selfie ai quali si prospetta un futuro in continua ricerca di uno specchio.


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