Di Anastasia Cane
Nel corso degli anni, si sono venuti a sviluppare nuovi contesti museali in grado di superare i tradizionali limiti architettonici posti dalle canoniche quattro mura dell’istituzione. Questi spazi espositivi contemporanei hanno esteso l’attività del museo al di fuori dei suoi ambienti chiusi, andando a occupare spazi aperti del contesto urbano, integrandoli nell’esperienza museale.
Le nuove spazialità dell’esporre museale hanno consentito di sviluppare un solido rapporto tra il museo, il suo pubblico e il nuovo ambiente scelto per l’esposizione; permettendo anche a nuovi pubblici di avvicinarsi a un’attività che poteva essere difficile da raggiungere altrimenti.
Già diverse realtà museali hanno adottato nuove spazialità e pratiche dell’esporre museografico, soprattutto in relazione ai pazienti malati di Alzheimer e demenza; basandosi su diversi studi che hanno dimostrato come l’arte-terapia sia efficace con questi visitatori speciali. Questa pratica permette di migliorare stati d’ansia, esplorare le proprie emozioni e ritrovare la mancata creatività. Tra i musei che si prodigano a offrire questo servizio, spicca il National Museums Liverpool, con il progetto lanciato nel 2020: House of Memories On The Road.
Un furgoncino di 30 metri quadrati ospita la prima esperienza museale mobile e immersiva nel Regno Unito. Questa è stata progettata per creare esperienze memorabili per persone affette da demenza.
Grazie a un’esperienza di cinema 3D e multisensoriale, il programma mira a portare il museo da chi non può raggiungerlo. In questo modo si riesce a portare fuori dal National Museums Liverpool la sua collezione, incontrando le persone nei loro quartieri e in ambienti come case di cura.
Mediante l’utilizzo della tecnologia digitale, House of Memories On The Road, ricrea le immagini, i suoni e gli odori del passato attraverso un progetto virtuale. Le esperienze proposte si ricollegano ad attività quotidiane svolte negli anni ’50, si tratta di visite virtuali di paesaggi stimolanti, fino a “trasportare” i fruitori in viaggio sulla ferrovia aerea di Liverpool. Il progetto aiuta a esplorare ricordi del passato, portando, nei pazienti, serenità nel presente.
Un’altra realtà che offre uno strumento molto valido utilizzabile dai malati di Alzheimer è il museo Van Abbe di Eindhoven, il quale porta il programma Unforgettable Van Abbe all’interno di più di 400 case di cura nei Paesi Bassi e in Belgio, grazie al Unforgettable Museum Table. Questo è uno strumento digitale, un tavolo, grazie al quale i pazienti possono esplorare le opere, non solo del museo Van Abbe, ma anche del museo Stedelijk. I fruitori del dispositivo selezionano uno dei quadri proposti dal device, si ha così, l’opportunità di partecipare a delle attività digitali che portano il fruitore a completare degli obbiettivi da risolvere, grazie ai quali si scoprirà il significato dell’opera.
Questo esercizio consente a chi ne fa utilizzo, di fare gruppo con gli altri residenti della struttura, andando così a creare nuove interazioni, oltre che accedere a ricordi che erano sopiti. Il museo Van Abbe vuole essere accessibile a chiunque e, in quest’ottica, si impegna a essere alla portata di tutti, trovando nuove soluzioni grazie agli strumenti digitali.
Infine, un bel progetto ha coinvolto l'immancabile Rijksmuseum di Amsterdam, una delle realtà museali più digitalmente avanzate d'Europa: oltre 4000 anziani in diverse case di cura hanno potuto visitare virtualmente le gallerie del museo grazie ad un progetto della start-up Maya VR che usa proprio la Realtà Virtuale per combattere la solitudine e la staticità degli anziani. In questo caso il valore aggiunto, oltre che dalla possibilità di sperimentare la visita, era dato anche dall'interazione con i giovani tecnici all'interno di un'esperienza collettiva.
Come si è visto, le istituzioni museali si evolvono in diverse direzioni, cercando sempre di raggiungere tutti gli interlocutori grazie a diversi mezzi, sia architettonici sia digitali. È un peccato che in Italia le molte ottime esperienze museali legate alla disabilità (sono molti i progetti ad esempio verso i disabili o malati di Alzheimer) raramente usino il digitale in questo senso.
Nonostante questo, ci sono alcune realtà museali italiane che usano l’innovazione digitale all’interno dei loro programmi per la disabilità; le esploreremo meglio in futuro articolo.
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