Il "dietro le quinte" del sito dei musei veneti che parla di accessibilità,
normative, incontri e conferenze.
Intervista di Giuliano Gaia ad Aurora Di Mauro, curatrice di Museionweb
Museionweb è da anni un punto di riferimento per i musei veneti e non solo, con molto materiale e informazioni disponibili. Ma soprattutto è un modello di comunicazione pubblica, non fredda e non burocratica, come tutt’altro che fredda e burocratica è Aurora Di Mauro, responsabile dell’Ufficio Musei presso la Direzione Cultura della Regione Veneto e curatrice dei contenuti del sito, a cui abbiamo rivolto alcune domande.
Ci dici qualcosa di te e del tuo rapporto con i musei e con il web? Il mio interesse nei confronti del web inteso generalmente come strumento di comunicazione è nato grazie al mio collega, Pierluigi Artico, che attualmente è responsabile dell’Ufficio Gestione Banca Dati. Quando sono entrata a lavorare in Regione cinque anni fa il sito era estremamente spoglio, povero di contenuti tanto da dimostrare come non vi fosse alcun interesse a sentirlo come un segmento delle funzioni degli uffici ma un’attività residuale, da tempo libero (se mai è possibile avere tempo libero in un ufficio!), quasi un divertimento personale per il dipendente web-maniaco. L’occasione dell’incontro di interessi è stata data dalla necessità burocratica di risolvere per i nostri dirigenti il problema di una indagine che era stata svolta alcuni anni prima sui fondi fotografici presenti in Veneto ma poi rimasta a lungo nei cassetti con il conseguente disappunto dei docenti universitari che l’avevano condotta. La necessità di dare la giusta visibilità ad un lavoro che comunque era stato interessante e, soprattutto, la necessità di aggiornare i dati chiedendo agli stessi istituti che avevano compilato il questionario di fornire nuove informazioni ha condotto il mio collega a pensare ad una pagina web dedicata agli archivi fotografici del Veneto e che nello stesso tempo creasse un’ interfaccia con l’utente. Sapendo che io, quando ho lavorato in un museo, mi ero occupata di gestire in modo razionale ed efficace l’archivio fotografico mi ha chiesto di collaborare: così ho scoperto il web nel suo essere comunicazione utile al pubblico.
Ci illustri brevemente il progetto “museionweb”: la sua storia, i suoi obbiettivi, il pubblico a cui si rivolge Il mio lavoro di ufficio non ha un profilo puramente burocratico, giocato sulla semplice logica del riparto di contributi. E’ fatto soprattutto di contatto e di dialogo con l’utenza (costituita da direttori di musei ed amministratori pubblici locali, oltre che da fornitori di servizi, laureandi nel settore museale, rappresentanti di associazioni culturali e di agenzie formative) alla quale fornisco quotidianamente informazioni su come redigere una domanda di contributo, consulenze su come istituire un museo e sulle normative di settore, ma anche sugli indirizzi della Giunta in materia di musei allo scopo di far centrare meglio da parte del fornitore la presentazione del suo progetto. Risultava pertanto necessario rinviare ad uno strumento telematico l’approfondimento di una informazione o la ricezione in tempo reale di un documento amministrativo; nello stesso tempo era importante dimostrare che il settore musei della Regione aveva fatto un salto di qualità e che non era più solo un ufficio-terminale di una fredda macchina burocratica erogatrice di contributi. La complessità del mio ufficio, che per il suo ruolo di coordinamento e di ricerca assume in sede di comunicazione la dizione di “Osservatorio Regionale dei Musei del Veneto”, trova la sua rappresentatività proprio nel portale “Museionweb”: la parola indica il nostro punto di vista nei confronti di quel particolare fenomeno sociale e culturale che è il museo vale a dire rispetto per l’antica storia del “museion” e contemporaneamente sguardo al presente per una istituzione che si presenta per quella che è sul web proprio grazie al web. Missione istituzionale, comunicazione, servizio all’utenza sono i nostri obiettivi. Il pubblico è quello stesso del nostro contatto front office. “Museionweb” si apre con le definizioni di museo, sistema museale e rete museale che abbiamo stabilito recentemente con la deliberazione che ha recepito a livello locale il documento ministeriale sugli standard. Il menu segue questo ordine: 1. presentazione della missione istituzionale della Giunta in materia di musei e atti amministrativi relativi al riparto e alle iniziative dirette dal 2000 ad oggi (La Regione Veneto per i Musei); 2. il ruolo dell’Ufficio Musei nella promozione e nel coordinamento di ricerche in ambito museologico ad utilità dei musei veneti (Osservatorio Regionale dei Musei del Veneto); 3. i diversi progetti sostenuti per migliorare la qualità gestionale dei musei, per l’aggiornamento degli operatori museali, per valorizzare la didattica museale (La rete delle idee); 4. l’universo dei musei veneti presentati in modo anagrafico tramite schede (Museoteca); 5. il ruolo della Regione nell’azione di prelazione e di comunicazione di opere d’arte sottoposte a vendita (la Regione Veneto per la prelazione artistica); 6. musei abili per tutti (MuseAbile); 7. informazioni oltre la rete con la newsletter Muse@.
Quale risposta ha avuto il sito da parte del pubblico di riferimento? Devo ammettere che, nonostante la segnalazione nell’ultimo numero di Muse@, la nostra newsletter che inviamo tutti i mesi ai musei, della nuova veste di “Museionweb” tranne pochissimi casi, non vi è stata una risposta con commenti, complimenti o critiche. Ma devo altrettanto dire che non mi aspettavo niente di diverso: anche quando un anno fa è partita l’esperienza di Muse@ i commenti, tutti positivi, sono stati pochissimi. Non mi aspetto, insomma, da parte dell’utenza del mio ufficio una risposta specifica, anche perché ho avuto modo di verificare il giudizio complessivamente positivo dell’azione ad ampio raggio che il mio settore propone e questo mi basta: a costruire quel giudizio positivo, infatti, c’è anche la comunicazione web che noi offriamo. Un altro dato di interesse che raccolgo verso il nostro sito è dato dalle numerose email che i musei ci inviano per aggiornare o precisare i dati relativi all’istituto: evidentemente “Museionweb” è sentito come uno strumento comune di comunicazione.
Il tema dell’accessibilità è un tema sempre più caldo, specie dopo la legge Stanca che impone a tutti i siti “pubblici” di essere accessibili. Una parte del vostro sito è dedicata a questo tema. Ci puoi accennare qualcosa? Le celebrazioni hanno pregi e difetti: il 2003, anno europeo del disabile, ha avuto il pregio di portare in generale l’attenzione nei confronti del problema dei cittadini diversamente abili e, per quanto ci riguarda, sulla accessibilità fisica ed intellettuale ai musei; il difetto è che la celebrazione dura un anno! Quando abbiamo pensato a “MuseAbile” abbiamo voluto creare una finestra permanente che nelle celebrazioni del 2003 ha trovato l’occasione di nascere ma nel suo persistere rappresenta la volontà di segnalare quegli istituti che sempre, anno per anno, si rendono disponibili al pubblico che ha problemi diversi di accessibilità. Dopo aver visto le nostre pagine, alcuni musei ci hanno segnalato le proprie offerte di accesso e questo ci consente di allargare la comunicazione. Mi piacerebbe, però, che quelle pagine aumentassero e diventassero l’occasione per stimolare un dibattito più ampio: non è un caso, infatti, se sono pochi i musei che possono segnalare offerte di servizi speciali per il pubblico disabile dal momento che l’investimento delle amministrazioni su questo tema – sia dal punto di vista edilizio (superamento delle barriere architettoniche) sia culturale – è ancora troppo limitato. Come ufficio mi pongo come obiettivo, insomma, di segnalare sulle pagine di “MuseAbile” informazioni di tipo pratico per consentire il ricorso, tramite leggi nazionali e regionali, a finanziamenti per il sostegno ai servizi speciali.
Informatica e musei italiani: un matrimonio di facciata o qualcosa di più profondo? Il rapporto tra informatica e beni culturali (quindi un patrimonio più ampio rispetto ai soli musei) ho incominciato a vederlo fin dai tempi dei tanto vituperati “giacimenti culturali”, quindi dalla fine degli anni Ottanta: una vasta campagna catalografica venne riversata con metodo (almeno nelle intenzioni) in banche dati che le soprintendenze in quegli anni – grazie all’apporto di ditte di informatica che si specializzarono nella gestione di quei dati, creando così un nuovo mercato – dovevano creare presso loro stesse. Cosa ne è stato di quel ricco patrimonio di informazioni e di immagini? Stante le critiche che seguirono all’operazione “giacimenti”, stante altresì il congelamento di molti di quei dati a lungo inutilizzati al di là del mero profilo di documento amministrativo, la facciata di un matrimonio tra mondo della ricerca culturale e strumenti informatici mostrava già le sue prime lacerazioni. Quel ricco patrimonio di immagini poteva costituire il primo scalino per imparare a divulgare on-line informazioni che – rimodulate per una comunicazione pubblica e per superare barriere, a volte pretestuose, legate alla sicurezza dei beni o al copyright – potevano risultare utili per promuovere un sistema di beni culturali (chiese, ville, palazzi, etc.) tramite cd-rom o, meglio ancora, sul web. Penso che se si fosse colta fin da allora questa prospettiva in un progetto che per la prima volta aveva tentato di avvicinare due mondi appartenenti a galassie intellettuali differenti (beni culturali e informatica), forse oggi avremmo guadagnato del tempo e una domanda come questa ora risulterebbe superata. Dall’osservatorio del mio ufficio vedo pochi enti che investono nell’informatica per i propri musei, ma è probabilmente la conseguenza del fatto che i contributi maggiori vengono assegnati alla conservazione e alla sicurezza dei beni, quindi alla didattica; l’acquisto di un computer viene presentato dai musei come il semplice acquisto di un bene strumentale e non invece inserito all’interno di un progetto più ampio. Per questo quando ci siamo trovati di fronte ad amministrazioni che hanno precipuamente voluto investire su un sito per valorizzare il proprio sistema di musei (è il caso della Rete Museale Alto Vicentino e della Provincia di Rovigo) abbiamo stanziato un finanziamento extra-riparto annuale per dare il giusto valore di consapevolezza nei confronti dello strumento comunicativo costituito dal web non solo da parte dell’amministrazione richiedente ma anche da parte della Regione stessa.
maggio 2004
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