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Otto mummie all’ospedale – British Museum

Siamo di sicuro abituati alle serie TV americane in cui dei brillanti e affascinanti agenti della scientifica ricostruiscono un omicidio, grazie ad autopsie e tecniche futuristiche di analisi al computer.

E se la vittima fosse passata a miglior vita duemilacinquecento anni fa e i dubbi sulla sua morte non fossero ancora stati dissipati del tutto dopo tanti anni? E se foste chiamati voi a scoprirne le cause facendo impallidire le tecnologie della scientifica?

Stiamo parlando di mummie e a detta del direttore Neil MacGregor, al British Museum di Londra le mummie egiziane sono da sempre l’attrazione principale del museo, e i visitatori di oggi ne subiscono ancora il fascino.

Dal 22 maggio fino al 30 novembre 2014, il museo allestirà una mostra su otto dei centoventi corpi imbalsamati, promettendo di svelarne le storie e presentarli quindi come esseri viventi veri e propri: chi erano? Che posizione sociale occupavano? Cosa mangiavano? E quali sono le cause della loro morte?

Il British Museum, vista la fragilità dei resti, ha pensato bene di applicare le nuove tecnologie mediche per approfondire lo studio dei resti così ben conservati.

E così all’ospedale di Londra hanno fatto la loro comparsa i “pazienti speciali” accompagnati dagli scienziati del British Museum, attraversando i corridoi del nososcomio fino al reparto TAC (presumibilmente senza la tipica fretta delle emergenze santiarie, vista l’eta dei casi clinici). Qui gli scienziati  e i medici hanno utilizzato le scansioni CT e i sofisticati software di imaging per guardare oltre le bende.


Lo schermo per la navigazione della mummia

Lo schermo per la navigazione della mummia


Software di grafica originariamente progettati per l’ingegneria dell’ auto sono stati poi utilizzati per posizionare i dati dei tessuti molli sulle ossa delle scansioni, ed esplorando gli anfratti e le cavità all’interno.

Il risultato è una ricostruzione 3D completamente navigabile che ha gettato luce su segreti che altrimenti sarebbero rimasti ignoti.

L’esperto di mummie del museo John Taylor ha così potuto rinvenire, almeno digitalmente, uno strumento usato dai mummificatori rimasto nel cranio di uno dei corpi.

“Lo strumento nella parte posteriore del cranio era piuttosto una rivelazione, perché non sappiamo molto sugli strumenti usati dagli imbalsamatori”, ha detto Taylor “e trovarne uno intatto all’interno di una mummia è un grosso passo avanti per la ricerca.”

Un’altra rivelazione riguarda la storia di una mummia del 700 d.c. sottoposta alla TAC.


Il tatuaggio scoperto sulla coscia della mummia

Il tatuaggio scoperto sulla coscia della mummia


Il corpo si è rivelato appartenere ad una donna cristiana, visto il vistoso tatuaggio raffigurante l’Arcangelo Gabriele che aveva sulla coscia (di gusto sicuramente molto meno kitsch di quello che si possa immaginare).

Ma la star della mostra, promette Taylor, è sicuramente Tamut, una donna deceduta attorno al 900 A.C. .

Di lei si è scoperto essere una cantante di alto rango sociale, appartenente ai sacerdoti di Tebe, visti i pregiati ornamenti ritrovati nel sarcofago.

“La chiarezza delle immagini sta migliorando di anno in anno” afferma Taylor,” e con l’avanzare della tecnologia, abbiamo la speranza di essere in grado presto di leggere anche le iscrizioni geroglifiche su oggetti all’interno dei sarcofagi”.

Al British Museum la tecnologia ha quindi aiutato la ricerca storiografica migliorando l’offerta culturale visto tutti i risultati e i rendering 3D saranno disponibili e navigabili attraverso dei pannelli interattivi posizionati nei pressi di ogni mummia.

Mentre MacGregor annucia la volontà nel futuro del British Museum di scannerizzare tutte le centoventi mummie in loro possesso, l’esperto John Taylor si spinge oltre: “Venite tra cinque anni e sentirete Tamut cantare” magari dal sarcofago. Qualora non siate facilmente impressionabili, il British Museum saprà sicuramente come mettervi alla prova nei prossimi anni.


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