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Sostenibilità Ambientale e Mostre in Italia: Affrontiamo la Questione

Updated: May 18


 Nell'immagine c'è una stanza arancione con tende arancioni traslucide lungo le pareti. La stanza ha un pavimento arancione e panchine arancioni lungo i lati. Quattro persone sono al centro della stanza, tutte con gli occhi chiusi e le braccia rilassate lungo i fianchi, sembrano essere in uno stato di meditazione o rilassamento. Una persona indossa una camicia bianca e pantaloni beige, un'altra ha i capelli lunghi e indossa una camicia bianca con pantaloni a quadri, la terza persona ha una maglietta grigia e pantaloni verdi, e l'ultima persona indossa una maglietta bianca e pantaloni verdi. Tutti sembrano concentrati e in una posizione simile, con una postura rilassata.
Jeppe Hein, I feel, Who Are you really?, 2022, Moderna Museet. Photo: Åsa Lunden
Per il programma 2022, il Moderna Museet ha deciso di non spedire opere d'arte da luoghi distanti, concentrandosi invece su mostre create in situ o basate sulle proprie collezioni. Jeppe Hein ha così coinvolto il pubblico in esperienze performative direttamente negli spazi del museo.

Perché la sostenibilità ambientale nelle mostre?


Se uno sviluppo sostenibile soddisfa le esigenze del presente senza compromettere la capacità delle future generazioni di soddisfare le loro, allora le attuali condizioni di sviluppo del pianeta non sono sostenibili, soprattutto dal punto di vista ambientale.

Ma cosa possono fare i musei? In primis, in quanto luoghi di cultura, possono favorire riflessioni sul nostro rapporto col pianeta, e in alcuni casi incentivare comportamenti più ecosostenibili. In secondo luogo, a fronte del loro impatto ambientale considerevole, possono ridurre le proprie emissioni di gas serra. Sotto entrambi questi punti di vista, le mostre temporanee possono giocare un ruolo chiave.


Infatti, essendo un principale strumento di comunicazione col pubblico, le esposizioni possono ispirare un cambiamento verso comportamenti più sostenibili. Le mostre green theme assumono questa funzione attraverso l’esplorazione di tematiche legate alla sostenibilità ambientale.

Le mostre green design, invece, intervengono sulle varie fasi del ciclo di vita dell’evento per minimizzarne le emissioni di gas serra. Infatti, l’elevato numero di mostre prodotte, nonché il loro formato temporaneo e la grande quantità di risorse impiegate – spesso usa e getta o trattate come tali – determinano un elevato impatto ambientale, potenzialmente riducibile.


Ripensare le mostre secondo una logica green design è essenziale affinché i musei possano diventare promotori di sostenibilità – come indicato nella definizione ICOM 2022 di museo – e perché possano legittimamente produrre mostre green theme.


 Nell'immagine c'è una grande sala espositiva con un soffitto alto e lucernari. Le pareti superiori sono bianche con pannelli dorati rettangolari decorativi. Al centro della sala c'è una grande struttura circolare bianca con testi e immagini su di essa. Sul lato destro della struttura è scritto in grande "EXPERIENCE GOYA". Persone sono in piedi o camminano intorno alla struttura, osservando le esposizioni e leggendo le informazioni. L'atmosfera è tranquilla e la sala sembra spaziosa e luminosa grazie alla luce naturale che entra dai lucernari.
Expèrience Goya, 2020, Palais des Beaux-Arts de Lille. 
Expèrience Goya è stata la prima mostra del Palais des Beaux-Arts de Lille ad essere “eco-concepita”, pianificando e calcolando il suo impatto ambientale sin dalle origini del progetto e prendendo le misure necessarie a minimizzarlo.

Come produrre una mostra green design?


Per ogni macro e micro-processo di un’esposizione temporanea, bisogna riflettere sulle variabili che possono influenzarne l’impatto ambientale lungo il suo intero ciclo di vita e scegliere quelle opzioni che lo riducono. Si tratta talvolta di decisioni ampie, alla base del progetto di mostra, come “quali opere includere?”. In altri casi, si tratta di decisioni più circoscritte e spesso molto tecniche, “quali vernici utilizzare per pitturare gli allestimenti?”.


Più di 80 variabili sono state identificate in un documento (scaricabile liberamente qui) con vocazione a facilitare le decisioni degli operatori museali nel produrre mostre d’arte green design. Le aree a maggiore impatto identificate sono: il progetto scientifico, le strutture d’allestimento, il consumo energetico, il trasporto delle opere e il trasporto dei visitatori.


Ma includere solo opere disponibili localmente rende una mostra green design? No. E usare solo vernici biodegradabili a base d’acqua? Nemmeno. Una mostra green design integra la sostenibilità ambientale ad un livello più profondo. Ciò significa:


  • Abbracciare ed esplicitare una cultura organizzativa di sostenibilità ambientale;

  • Rivedere le proprie priorità, senza fare della sostenibilità l’unico criterio di scelta, ma quantomeno prendendola in considerazioni per ogni decisione;

  • Implementare nuove regole, perché sostenibilità significa anche rispettare i limiti del nostro pianeta e quindi imporsi dei limiti; 

  • Attivare processi a lungo termine di misurazione, di pianificazione, di coordinamento dei numerosi attori coinvolti e di ripensamento di cosa vuol dire produrre una mostra.



Nell'immagine c'è una stanza con un soffitto decorato in legno intagliato e pareti bianche. Una grande finestra sulla sinistra permette alla luce naturale di illuminare l'interno. Sul pavimento c'è uno strato di terra scura. Due persone, vestite con abiti casual e gilet grigi, stanno rastrellando la terra. Entrambe le persone indossano copricapi e una mascherina. Sul lato destro della stanza, vicino alla porta, ci sono altri attrezzi da giardinaggio appoggiati al muro e una borsa. L'atmosfera è di lavoro e concentrazione, in un ambiente che sembra un'installazione artistica o un progetto di giardinaggio al coperto.
Asad Raza, Absorption, Down to Earth, 2020, Berliner Festspiele. Photo: Eike Walkenhorst. 
Per l’esposizione Down to Earth, Berliner FestSpiele ha imposto le regole di non avere alcuna opera spedita per via aerea, di non far viaggiare alcun artista o curatore e di mantenere l’elettricità spenta per tutta la durata dell’esposizione.

A che punto siamo in Italia?


I musei italiani, sull’onda di una consapevolezza emersa prima a livello internazionale, sono sempre più sensibili al tema della sostenibilità ambientale nelle mostre temporanee. Non solo le occasioni di dibattito su questi temi si diffondono, ma sempre più istituzioni optano per opzioni più eco-sostenibili.  Tra le pratiche adottate, troviamo il riutilizzo di elementi allestitivi, il passaggio all’illuminazione LED e il maggior ricorso ai groupage per la spedizione delle opere. 


Buone pratiche esistono, tuttavia la maggior parte delle misure adottate dai musei italiani si rivelano azioni isolate, spesso improvvisate secondo modalità fai-da-te. La sostenibilità ambientale in Italia non è integrata in modo sistematico e programmato né nell'interezza del progetto espositivo, né nei vari strati dell’istituzione museale.



 Nell'immagine c'è una mostra d'arte in un ambiente scuro. Al centro c'è una lunga vetrina che contiene diverse piccole sculture, principalmente figure umane in pose dinamiche. Sullo sfondo, ci sono disegni e schizzi incorniciati appesi alle pareti. A sinistra, una zona illuminata da una luce rossa mette in evidenza altre opere esposte. A destra, si notano alcune tende traslucide che dividono gli spazi espositivi. L'atmosfera è elegante e le opere d'arte sono esposte con cura e attenzione ai dettagli, creando un contrasto tra l'illuminazione delle opere e lo sfondo scuro della sala.
Rodin e la danza, 2023, Mudec. Photo: Dotdotdot. 
L’allestimento per la mostra al Mudec Rodin e la danza è stato progettato dallo studio di design Dotdotdot per poter essere riutilizzato nei successivi progetti di mostra del museo.

Cosa deve cambiare?


Per permettere il passaggio da un approccio al tema limitato e frammentato ad uno ampio ed integrato all'intero progetto espositivo e all’istituzione museale, bisogna affrontare quegli ostacoli che bloccano il panorama italiano. Ogni museo ha un margine d’azione più o meno ampio su ognuno di essi:


  • Scarsa dedizione alla tematica: i musei possono pianificare il loro impatto ambientale, facendo ricorso agli esperti in materia e alle numerose risorse ad accesso libero online

  • Isolamento nell’impegno: al centro di una rete di attori che concorrono alla realizzazione dell’evento finale, i musei possono assumere un ruolo attivo di mediazione e negoziazione sui temi della sostenibilità nelle discussioni con i loro prestatori, progettisti, fornitori ed altri interlocutori. 

  • Ostacoli burocratici: le occasioni di dialogo con le istituzioni possono essere sfruttate dai musei per far emergere le barriere alla sostenibilità. Allo stesso tempo, le norme virtuose esistenti, come i CAM per gli eventi culturali, possono essere valorizzate e finalmente applicate.

  • Costi: i budget dei musei possono essere ripensati in termini di costo ambientale, anche stabilendo carbon budget specifici per ogni esposizione. 

  • Business model: i musei possono rallentare i ritmi delle loro mostre, creando così le condizioni per progetti di ricerca più approfonditi e per programmi pubblici e collaborazioni più duraturi e radicati. Possono anche riflettere sulla coordinazione degli eventi tra istituzioni, aprendo così possibilità di disseminazione dei contenuti, nonché di connessione con diversi contesti locali.


Se è vero che per abbattere definitivamente questi ostacoli è necessaria e complementare l’azione dei più ampi sistemi pubblici e privati a cui i musei appartengono, la scusa di avere “le mani legate” non è più difendibile. È a partire dall’istituzione museale che si possono re-immaginare le mostre secondo logiche più eco-sostenibili e dunque più allineate con la definizione stessa di museo. 



 Nell'immagine c'è una sala espositiva con un tema artistico storico. Le pareti sono decorate con un grande disegno in bianco e nero di un edificio classico circondato da un paesaggio. Al centro della sala ci sono due piedistalli rossi, uno dei quali ospita un contenitore cilindrico decorato con motivi e figure esotiche. Vicino a questo, un altro piedistallo più piccolo espone un oggetto dorato a forma di coppa. A destra, in una nicchia incorniciata da pareti rosse, ci sono vari vasi decorativi e disegni incorniciati. Sopra la nicchia è scritto "Eclettismo e gusto per l'esotico" in italiano, tradotto in inglese come "Eclecticism and Taste for the Exotic". L'atmosfera è raffinata e l'illuminazione mette in risalto gli oggetti esposti.
Oro Bianco, 2023, Museo Poldi Pezzoli. Photo: Museo Ginori. 
Il Museo Poldi Pezzoli produce quasi univocamente esposizioni dossier. Un’esposizione dossier espone poche opere utili per valorizzare la collezione permanente del museo.

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