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Il Museo del Cinema di Torino: un sogno per tutti

Se il cinema è  sogno,  il Museo Nazionale del Cinema è  un intreccio di sogni.

Il sogno di una giovane donna torinese, Maria Adriana Prolo, di costruire a Torino un grandioso museo del cinema. Un sogno paziente, passato attraverso alti e bassi, mille difficoltà e numerose sedi, e destinato a compiersi finalmente nel 2000, con l’inaugurazione nella magica cornice della Mole Antonelliana. Un’inaugurazione che però la Prolo, morta nel 1991, non ha fatto in tempo a vedere. Neppure Alessandro Antonelli, l’architetto della Mole, riuscirà a vedere compiuto il suo sogno di costruire l’edificio in muratura più alto d’Europa: morirà nel 1888, un anno prima dell’inaugurazione.


La sua Mole Antonelliana è un edificio bizzarro e grandioso, con un’immensa sala centrale, che sembra sfidare ogni legge della fisica. Questo edificio dal sapore irreale è la sede perfetta per un museo dell’irrealtà come quello del cinema, fatto di illusioni collettive. Ed ecco che con scelta coraggiosa viene chiamato ad allestirlo nel 2000 il geniale architetto svizzero/francese François Confino che produce un museo surreale e un po’ folle, con oggetti fuori misura, letti su cui sdraiarsi, citazioni ardite e un grandioso spettacolo di proiezioni all’interno della Cupola nella grande Aula del Tempio, cuore del Museo. Il risultato è un museo imperdibile come i migliori film di Tim Burton, in cui una fantasia infantile e poetica lascia il visitatore esilarato e sorpreso, e al tempo stesso un museo fortemente didattico con una interessantissima sezione dedicata all’archeologia del cinema.


Il sogno però dev’essere inclusivo. Ecco che al Museo del Cinema si è tentato di far vivere al pubblico nella maniera più ampia possibile la magia del cinema e della sua storia, attraverso un progetto integrato che, anche se in nuce, sembra preconizzare la via allo Smart Museum, il “museo intelligente e connesso” reso possibile dalle ultime tecnologie digitali. L’idea è quella di avvicinare il museo al suo pubblico rendendo da un lato alcuni aspetti del museo più personalizzabili e fruibili, come le didascalie, dall’altro aprendo alla partecipazione diretta del pubblico attraverso il crowdfunding.

Il progetto del Museo del Cinema risulta quindi innovativo rispetto ad altre esperienze del genere proprio perchè agisce su più livelli contemporaneamente:


1) una serie di didascalie digitali su display touch, che offrono il doppio vantaggio di essere modificabili e aggiornabili in tempo reale dallo staff, ad esempio per rispondere a una modifica dell’allestimento e della posizione degli oggetti, e di poter essere gestite dall’utente in termini di regolazione delle dimensioni dei caratteri, in modo da adattarsi alle diverse caratteristiche visive degli utenti, compresi quelli con problemi alla vista.


2) accanto agli oggetti, il posizionamento di tag cartacei leggibili attraverso l’applicazione gratuita Microsoft TAG che offrono approfondimenti, curiosità e aneddoti via smartphone su diversi temi delle collezioni, anche per utenti disabili o comunque con specifiche esigenze visive.

3) copertura Wi-Fi gratuita dell’intera area museale, aspetto non facile in un museo tanto sviluppato in altezza.

4) Il nuovo sito www.makingof.it, operazione permanente di crowdfunding, destinata a raccogliere fondi per progetti che non potrebbero essere realizzati senza un contributo diretto di appassionati e cinefili, favorendo la partecipazione concreta del pubblico alle iniziative del museo e delle sue attività. Da pochi giorni è stata lanciata la seconda campagna per il restauro del film ‘I mostri’ di Dino Risi.

Il risultato di tutte queste operazioni è la costruzione di un sistema integrato in grado in futuro di evolversi direttamente “attorno” all’utente e di essere facilmente gestibile a livello centralizzato.


Non a caso queste caratteristiche di integrazione globale hanno portato il progetto ad essere sia a Smau che a MuseumNext, una delle più importanti conferenze sui musei oggi attive in Europa.

Il 28 aprile 2015 ad Arteq Summit, la nostra conferenza su musei e nuovissime tecnologie, analizzeremo il progetto insieme a Maria Grazia Girotto, responsabile per la parte museale, e Stefano Pisu di Torino Wireless, il partner tecnologico dell’operazione.

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