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Intelligenza Artificiale nei musei: a che punto siamo?
In occasione di ARTEQ, la conferenza del 28 aprile 2015 dove le tecnologie più innovative incontreranno i musei, si parlerà anche di A.I. insieme ad Annamaria Colucci, di Occambee. Le abbiamo voluto farle qualche domanda in anteprima su questa tecnologia di cui si parla molto ma che in pochi conoscono realmente.

– Quali sono le future frontiere dell’A.I.? Cosa cambierà? Sulle future frontiere dell’A.I. c’è da tempo un acceso dibattito nella comunità scientifica, e come sempre c’è che ne sostiene la diffusione e chi ne evidenzia i pericoli fino a catastrofiche previsioni; il classico dilemma della tecnologia che di per sé è cosa buona ma l’utilizzo che se ne fa potrebbe non essere il più appropriato. L’utilità è indiscussa, automobili che ci avvisano del pericolo, applicazioni in ambito chirurgico e riabilitativo, e nella sicurezza, e l’economia di oggi ha necessità di semplificare i propri processi e contenere i costi. Cito qui il fondatore di Occambee Giorgio Manfredi, che di questa tecnologia si occupa, e che meglio di me può rispondere a questa domanda, “ l’opportunità è importante, purché non se ne perda il controllo a detrimento degli aspetti umani, tutto dipenderà dalle scelte, che sono esclusivamente umane, che dovranno ispirarsi ad una visione complessiva e predittiva delle conseguenze.”

– Cosa si aspetta da Arteq? Credo che quale facilitatore, la tecnologia possa inserirsi nel mondo culturale nel rispetto delle sue regole, senza mai sovrapporsi all’esposizione ma amplificando la capacità del museo di raccontarsi. Il mondo dei musei e quello tecnologico digitale sembrano e forse più in Italia che altrove, ancora un po’ distanti, credo che un evento come Arteq possa contribuire notevolmente a questo avvicinamento favorendo la conoscenza e avendo come ultimo e non trascurabile effetto dotare i Musei di strumenti idonei per dialogare con il grande pubblico.