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Lo ZKM, la culla tedesca dell’arte digitale

Updated: Mar 15, 2021

Il “cubo blu” dello ZKM di Karlsruhe

Di Elisa Giorgeschi Lo “Zentrum für Kunst und Medien”, meglio conosciuto come ZKM, è un’istituzione culturale situata a Karlsruhe, nello stato del Baden-Württemberg In Germania, unica al mondo e nel suo genere. Fondata nel 1989 e venne inaugurata ufficialmente otto anni più tardi nel 1997 all’interno di un ex edificio industriale, utilizzato come fabbrica di munizioni durante la Seconda guerra mondiale, ristrutturato e riadattato passò così da una ‘fabbrica di munizioni’ a una ‘fabbrica della cultura’.  

Espandendo i confini e i compiti originali di un museo tradizionale, lo ZKM si contraddistingue nel panorama museale globale odierno. Nel suo lavoro lo ZKM unisce ricerca e produzione – nei dipartimenti di ricerca all’interno del ‘Laboratorio Hertz’ inaugurato nel 2017- mostre e spettacoli, collezioni e archivi, mediazioni ed eventi in un unico luogo. Attraverso connessioni interdisciplinari di questi campi di lavoro, lo ZKM presenta e produce lo sviluppo dell’arte e dei media del XX e XXI secolo esaminando gli effetti della medializzazione, della digitalizzazione e della globalizzazione sulla società. Incoraggiando i suoi visitatori alla partecipazione e allo scambio attivo di idee lo ZKM ha come missione quella di promuovere l’evoluzione delle tecniche artistiche interdisciplinari e il loro utilizzo nella tecnologia dei media e nell’arte contemporanea. 

Interno dello ZKM

Tre delle mostre più importanti svolte finora allo ZKM, che racchiudono gli elementi di innovazione e rapporto tra tecnologia e società, sono state:

“Seoul B” di Casey Reas

  1. Algorithmic Revolution: in mostra dal 2004 al 2008, si basava sulla Collezione ZKM e su alcuni prestiti al fine di presentare il quadro storico del cambiamento radicale che questa rivoluzione ha apportato in tutti i campi della nostra vita sociale ma soprattutto nell’arte, nella musica nel design ecc. esaltandone al massimo la caratteristica dell’interattività, mostrando come ormai l’arte digitale sia diventata inseparabile dal suo fruitore, tramite le opere “Seoul B” di Casey Reas e “Yellowtail” di Golan Levin.

Allestimento della mostra “Open Codes”

  1. Open Codes: dal 2017 al 2019 Lo ZKM decide di affrontare ancora una volta il tema della digitalizzazione e della concezione del mondo attraverso il codice binario. 200 opere d’arte e lavori scientifici vennero disposti in maniera innovativa, infatti l’allestimento venne ideato diversamente come uno spazio comune suddiviso in otto aree chiave denominate da hashtags in base ai vari temi, dove lo spettatore poteva creare il proprio percorso e connessioni differenti tra i vari temi interagendo liberamente al 100%. Ciò portò al grande successo e al record di visitatori mai registrato nel centro (160.000 nel 2017 e 260.000 nel 2018) e la conseguente decisione di prorogare il progetto per tutto l’anno successivo con la seconda fase del progetto “Open Codes. The World as a Field of Data”.

Uno scorcio della mostra “Writing the History of the Future” con l’opera “Tempo Liquido”

  1. Writing the History of the Future. The ZKM Collection: 2019-2021, mostra della collezione permanente divisa in due sezioni che ripercorrono l’intera storia delle relazioni tra arte e tecnologia e di come l’arte si sia dovuta trasformare e adattare alle mutevoli tecnologie di produzione, ricezione e distribuzione dell’arte stessa.  La prima sezione venne dedicata agli albori della digitalizzazione, comprendendo poesia visiva e primissima computer art, la seconda sezione invece è dedicata alla storia della videoarte, agli sviluppi più recenti della new media art e agli ologrammi. La mostra è visitabile anche da remoto grazie alla possibilità di compiere un tour di questa esposizione a 360° con tecnologia VR fornita di audio-descrizioni e pannelli espositivi (Disponibile all’indirizzo: https://vr-easy.com/tour/zkmkarlsruhe/200720- zkm/#pano=3 )

Per saperne di più, visita il sito dello ZKM o leggi la tesi triennale di Elisa Giorgeschi sulla storia dello ZKM


Elisa_Giorgeschi_ZKM_v4
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