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Oltre l’hype: come gli NFT contribuiscono all’arte del futuro


Abbiamo tutti sentito parlare dei Non Fungible Token, meglio noti con l’acronimo NFT, soprattutto dopo che l’opera Everydays, The First 5000 Days di Beeple, pseudonimo di Mike Winkelmann, artista americano che utilizza software di modeling 3D per creare immagini irriverenti e distopiche che pubblica ogni giorno sulle sue pagine social, è stata battuta da Christie’s per la stratosferica cifra di 69 milioni di dollari.

Da allora è esploso un “hype”, le celebrità hanno iniziato a produrre le proprie collezioni, i prezzi a lievitare e a insinuarsi l’idea che si trattasse dell’ennesima bolla pronta a scoppiare, una moda passeggera o addirittura una truffa. Attualmente l'interesse verso gli NFT è molto calato, quasi che si sia trattato di un fenomeno passeggero e ormai tramontato.


Ma se lasciamo da parte le fluttuazioni dell'immediato e ci concentriamo sulla loro essenza nel lungo periodo, sulle possibilità di utilizzo che offrono e sulle novità che introducono per il mercato artistico, possiamo renderci conto dell'importanza degli NFT in virtù del sostanziale cambiamento di paradigma che sono in grado di veicolare.


Cosa sono gli NFT - come l’arte digitale diventa vendibile e collezionabile

I token non fungibili di fatto consistono in certificati di proprietà di asset digitali (in alcuni rari casi anche fisici) e funzionano grazie alla blockchain, un registro contabile distribuito programmabile. La novità è che hanno saputo risolvere per la prima volta il problema dell’assenza di scarsità nel mondo digitale, dove tutto è duplicabile all’infinito.


Gli NFT infatti non rendono impossibile creare una copia, ma certificano crittograficamente l’oggetto digitale tramite firme digitali e smart contract, il software che si occupa della creazione del token sulla blockchain, con l'inserimento dei relativi metadati, del suo funzionamento e delle sue funzionalità. In questo modo, ad esempio, Alice acquista da Bob un NFT da lui creato, nella blockchain apparirà la transazione del passaggio di proprietà e Alice potrà a sua volta rivendere l’NFT a Charlie e Bob ottenere un ulteriore percentuale sulla vendite successive alla prima. Così, se prima era impossibile “monetizzare” sulle opere d’arte digitali restando nell’ambito virtuale, con questa tecnologia diventa possibile.

Quali utilizzi hanno gli NFT – oggi e in futuro

Una delle prime opere a implementare gli NFT all’arte fisica è Portraits of a Mind di Robert Alice, una serie di grandi ruote fittamente incise, ciascuna con il contenuto di un blocco della blockchain di Bitcoin, in richiamo delle antiche pietre Rai e delle ruote di cifratura, dislocate nel mondo. Ad accompagnarle, una serie di NFT che permettono ai proprietari di attivare la loro presenza su una mappa interattiva, mostrando la localizzazione in tempo reale, tracciando così una rete globale decentralizzata, in un tentativo di delineare così il ritratto di Satoshi Nakamoto.

Anche l’italiana Galleria degli Uffizi di Firenze si è lanciata nel mondo della blockchain, commissionando una copia digitale in alta definizione (un brevetto chiamato DAW – Digital ArtWork) del maestoso Tondo Doni di Michelangelo e vendendola come NFT, con lo scopo di raccogliere entrate dopo le gravose perdite per le chiusure durante la pandemia. Il Ministero della Cultura però ha bloccato tutto, nel timore di perdere controllo sui diritti delle opere patrimonio della Repubblica. Possiamo solo aspettare e vedere come evolverà la situazione. L’idea però di creare delle versioni digitali dei grandi capolavori per finanziare i musei è sicuramente interessante.

Anche nel metaverso gli NFT hanno trovato posto nelle gallerie virtuali, che gli utenti possono visitare e in cui è possibile interagire con altri visitatori e con le opere, disponibili all’acquisto. Gli artisti hanno così trovato un modo innovativo e in affinità con la community dei collezionisti di criptoarte per esporre e vendere le proprie creazioni.

In futuro potremo acquistare biglietti o tutto ciò che necessita di un certificato sotto forma di NFT, direttamente garantito dalla blockchain anziché da una terza parte fidata.

Proprio recentemente è scoppiato uno scandalo riguardante un noto gioco di carte collezionabili. Alcuni dipendenti sarebbero sospettati di aver rubato le carte più rare direttamente dalla catena di produzione, per rivenderle privatamente agli appassionati collezionisti. Alcuni hanno sottolineato come gli NFT risolverebbero il problema (Per approfondire: https://www.theblock.co/post/227007/pokemon-cards-stolen-nfts ).

Perché gli NFT aprono uno scenario inedito per il mercato dell'arte: tracciabilità e“quantification”

Essendo la blockchain pubblica e tracciando in maniera permanente tutte le transazioni, il mercato che su di essa si basa è completamente trasparente: possiamo infatti seguire tutti i passaggi di proprietà, nonché verificare l’autenticità, ossia la provenienza certa, di tutte le opere. A differenza dell’opacità del sistema tradizionale, questo consente di escludere qualsiasi ambiguità, bisogno di attribuzione e rischio di frode.

Inoltre, alcuni studiosi si sono concentrati su alcune piattaforme in cui avviene la compravendita delle opere dotate di un sistema di social networking, in cui artisti e collezionisti interagiscono in vari modi. Hanno quindi estrapolato e analizzato una serie molto dettagliata di dati, riguardanti le opere (tempo, prezzo, popolarità, temi), gli artisti (connessioni, importanza, influenza degli altri social network), gli acquirenti (gusti, fidelizzazione), per citarne alcuni, facendo emergere la possibilità di indagare i pattern del successo artistico, tentando quindi di prevedere se un’opera o un artista si posizionerà bene sul mercato. È chiaro come questa sia una novità assoluta che offre la possibilità di indagare in profondità come mai prima d’ora il funzionamento del mercato artistico, permettendo di analizzare le scelte dietro un’acquisizione, di sondare i gusti attuali di determinate fasce di collezionisti e altro ancora.

In un mondo sempre più tecnologico e digitalizzato, è utile analizzare le nuove possibilità che, seppur adesso appaiano senza particolare rilevanza o fanno storcere il naso, tra un numero indefinito di anni potrebbero rivelarsi molto utili o adottate dalla maggioranza. In un ipotetico futuro in cui il metaverso sarà la quotidianità per milioni di persone, che ruolo avranno gli NFT? Se il digitale assumerà lo stesso peso del reale, per quanto oggi appaia ancora lontano, che modo avremo di scambiare valore?

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